Descrizione
SINOSSI
Nel Duecento, dopo secoli di navigazione storiografica a vista e mai documentate ecco la grande scoperta sulle ‘ragioni’ e sull’effettivo luogo dell’incontro-scontro tra l’imperatore svevo Federico II e il Poverello di Assisi offerto da autorevoli documentazioni (Fonti Francescane): il frate sarebbe stato arrestato dai cortigiani a causa di una sua ‘spontanea’ predicazione nella città Barletta, per altro dotata di unico porto sicuro di imbarco per pellegrini, frati francescani e crociati dall’Italia e dall’Inghilterra per Terrasanta. Il ritrovamento (nel ‘900) del racconto sul famoso miracolo del fuoco – avverrà quindi proprio in questa civitas regia, e non altrove – potrebbe essere computato agli inizi del 1220. Un uomo – frate Francesco modello di vero cristiano – accolto dal ‘feroce’ Sultano (Al Malik in Egitto nel 1219), verrà però arrestato e imprigionato poco dopo da Federico II (Gregorio IX, lo assimilerà alla bestia “dell’Ascendit mare”).
Cosa si cela dietro lo scontro tra queste due forze coeve nelle origini, quella secolare e istituzionale dello svevo e quella salvifica itineranza del movimento francescano? L’evento del miracolo del fuoco è come il riflesso spirituale e provvidenziale, profetico ed escatologico dell’esperienza dello svevo e in parte dei suoi discendenti. L’unità mistica degli Stati Europei è messa a dura prova. Più tardi, nel 1228, lo stesso Sultano incontrerà l’Imperatore in Terrasanta. Di chi allora i meriti della crociata incruenta per un Principe che ha perso il suo regno e spacciato per ‘morto’? Le sette maggiori città d’Apulia gli negano l’ingresso. La traduzione dei Distici ci rivelano una specie identità antropologica di ciascuna città, se confrontate con gli episodi della vita itinerante di san Francesco in quelle stesse città. Dalla seconda metà del ‘200 in poi, il movimento francescano intanto è andato via via istituzionalizzandosi, si raccoglieranno parecchie storie di vite e numerosi documenti, tra i quali il racconto del miracolo del fuoco avvenuto in Barletta.